Senza profilo, la città immersa nella nebbia, includeva un suono di vita attutito, uno solo, eppure milioni erano le note...
venerdì 21 marzo 2008
altro web-aggeggio infernale in arrivo
E' una specie di gioco collettivo, che si fa beffa della privacy (perché, al pari del weblin, mette in conto che siano registrati i tuoi spostamenti su internet), ma che può essere piuttosto avvincente se funziona veramente come indicato nel tour.
In pratica, per ogni sito visitato si guadagnano dei bonus che possono essere spesi in appositi negozi, per acquistare regali per altri utenti o, più facilmente, strumenti da usare per distruggere per es. i bonus degli altri utenti.
In pratica, tu navighi normalmente, guadagnando punti, ma devi fare attenzione che altri utenti non ti tendano trappole che te li farebbero perdere, o dedicarti all'offensiva. ovviamente ci si può alleare, creare squadre, aggiornare un proprio profilo e partecipare a missioni speciali... insomma, un gioco di ruolo e strategia alla vecchia maniera ma che si verifica durante la quotidiana vita del websurfing e non in momenti dedicati, insomma, sempre all'erta (se si vuole, ovviamente: si attiva e disattiva la navigazione "a ciel sereno" quando si vuole)...
chissà, magari a presto con aggiornamenti dal "fronte" (!!!)
chi offre di meno?
se un mese fa c'era curiosità, interesse generico, timido approccio indagativo al mercato, ora ho l'impressione che sia guerra aperta...
bene.
venerdì 14 marzo 2008
mercoledì 12 marzo 2008
100 libri in una tasca
Ho sottomano quello della Sony, devo dire un oggetto anche di una certa "classe": bello esteticamente, molto semplice da usare, nonostante anch'io, come molti, ami la carta, il suo odore, fruscio etc etc, devo dire che questo è un "duro colpo", perché non solo la lettura è gradevole e paragonabile a quella di un libro di carta e permette di portarsi più libri dietro in contemporanea (i "nomadi" come me sanno quanto questo abbia un valore incalcolabile...), ma sono anche più comodi, puoi leggerli con una mano sola, per esempio: in metropolitana, con una mano ti tieni e con l'altra sfogli il libro... per fare un esempio di lettura in condizioni "estreme" (ma non tanto per molte persone).
non sono sicura che lo porterei al mare (ma vedrai che prima o poi salta fuori la tutina impermeabile, antipolvere etc), ma per tutti gli altri posti è più che ok.
Dove sta l'inghippo? che l'unico mercato a disposizione è, a parte quello dei libri fuori diritti di autore che si trovano online tranquillamente, quello straniero, poiché gli ebook in Italia non sono praticamente ancora in vendita se non piccoli esperimenti ma sempre in software proprietari.
Nota di disappunto: ovviamente ciascun ebook ha il suo software proprietario, con relativo lucchettino digitale, ma leggono anche pdf e rtf - anche se la parola "leggere" è un pò un eufemismo, perché più che leggere, traducono, e non sempre traducono come si deve, ma si tratta di peli nell'uovo: soprattutto per gli rtf il risultato è più che decente.
niente di tutto ciò è in vendita in Italia, ovviamente, se non alcuni modelli più costosi, ma di certo arriveranno prima o poi, visto il successo che stanno ottenendo (il sold-out è una costante ricorrente). Per contro, è stato lanciato il primo Librofonino dalla TIM (non ancora in commercio nemmeno questo, ma i prototipi spuntano qui e là tra una fiera e l'altra): un telefonino da cui si svolge un foglio di carta elettronica, normalmente arrotolato (cioè un foglio con tecnologia e-ink): sarà venduto in anteprima in Italia, essendo nato nel Telecom lab, e poi distribuito anche all'estero. La scelta di introdurre la possibilità di leggere libri da un telefonino, è ovviamente, una scelta tutta tagliata sul consumatore tipico italiano (anche se non è del tutto vero: sui telefonini il giappone ci batte, loro i fumetti e i romanzi a puntate sui telefonini li leggono già da tempo).
mi pare comunque che sia appena stato dato il calcio d'inizio, si inizia a giocare ma prima del 90° minuto penso che ne vedremo delle belle...
Qualche video:
librofonino
sony reader prs-505
kindle
martedì 11 marzo 2008
OLPC - remix
ancora elonex
Nasce per la didattica, ma mi sa che a comprarlo per primi non saranno gli studenti, considerando anche che il lancio sul mercato è previsto a giugno, a scuola in pratica chiusa...
venerdì 7 marzo 2008
lo sai cos'è un access point? (OLPC)
Erano loro i veri protagonisti stamattina a Firenze, durante la presentazione per la prima volta in Italia del progetto OLPC (one laptop per child) - l'idea annunciata da Negroponte nel 2005: un computer per 100 dollari, un computer per ogni bambino.
Presentazione per fortuna molto breve (siano lodati gli oratori sintetici!), tra un ooooh e l'altro dei bambini, Nicholas Negroponte ha espresso così la sua concezione del progetto: "con questo progetto avete l'opportunità di imparare ad imparare, di "think about thinking" (intraducibile...) che è molto diverso dal solo memorizzare ogni cosa o imparare fatti, è qualcosa che ha più a che fare con la passione, con il capire come fare a imparare"
Quindi, all'annuncio "bambini, avvicinatevi pure al laptop!" la terra ha tremato per qualche minuto, i bambini sono accorsi in massa verso quei simpatici oggetti bianchi e verdi (carini davvero, l'estetica è notevole) e da lì, chi ha dovuto farlo, ha avuto le sue difficoltà a trascinarli via; c'è riuscita solo un pò la curiosità: provato un pochino, si sono accorti che i grandi si perdevano in domande futili tipo "che tipo di connessione usa?"(802.11) o "ma la flashcard si può sostituire?"(no, è integrata, ma le usb non mancano), "esiste una community per lo sviluppo? come si può partecipare? (ovviamente sì)", hanno provveduto loro con le domande "veramente" interessanti: ma posso andare su internet? e la chat funziona? ha anche la webcam? e i virus ce li ha? (!!!) Sono libero di andare su internet? Ma ci sono dei giochi? Ci posso caricare sopra dei programmi? e via discorrendo su questo tono, con minuscole pause di domande fatte dagli adulti.
La sostanza: il computer è indistruttibile a vederlo così, in modalità di lettura la batteria può durare 10 ore (funzione video senza retroilluminazione), è antipolvere (anche se ad un occhio attento non sono scappati due-tre punti a rischio polvere, ma è poca cosa), la tastiera di gomma morbida morbida, tutto arrotondato, dotato di maniglia, con caricabatteria anche solare e a manovella (non molto pratico forse, ma c'è), pesa meno di un kg, e ovviamente usa linux e ha preinstallati vari software didattici, tra cui anche alcuni per imparare a programmare (un phyton ammorbidito), supporta i pdf e i file flash (anche versioni open). L'interfaccia è di semplicissima navigazione, per lo più con tasti con disegni.
Nel concreto, il Comunedi Firenze ha siglato un accordo per comprarne 100 e da ieri è stato predisposto sul sito OPLC italiano il form per la richiesta (e questa è la vera novità: ora lo si può comprare anche in Italia e da privati cittadini): siccome l'organizzazione, per tenere così bassi i costi, accetta solo ordini di un certo livello, li raccoglie il punto di riferimento italiano, che fa l'ordine. Ma, assicurano, tra ieri e oggi sono già state fatte un bel numero di prenotazioni, per cui i tempi da loro stimati per chi vuole ordinarne uno (o più...) sono di un paio di mesi massimo. Il costo sui 134 euro a seconda del cambio, ma si paga in seguito non facendo l'ordine. Ovviamente per ogni laptop comprato, uno viene mandato ai bambini meno fortunati del terzo mondo.
Domanda lecita: perché uno dovrebbe preferire questo ad un eee pc della ASUS o analogo (perché stanno spuntando come funghi: oltre a quelli già segnalati come l'Elonex, vedere anche TangoX e Claudbook) che hanno in media prestazioni sicuramente superiori? Lasciando da parte l'impegno umanitario, che non ha prezzo e tolto l'Elonex con cui condivide molte cose (ma che comunque non è ancora in vendita), intanto per il costo: 140 euro contro circa 300 (e un pò di più). In secondo luogo perché è un laptop che nasce per i bambini, e l'idea che i grandi abbiano i loro computer e i piccoli un altro, adatto a loro per i contenuti, la forma e la resistenza, è tutt'altro che una cattiva idea. Un computer con cui i bambini possono essere lasciati soli a giocare esattamente come capita con le costruzioni (discorsi internet a parte, che andrebbe un pò approfondito, forse l'unico punto carente per ora). Un altro punto molto interessante è la rete mesh: questi laptop sono in grado di parlare tra loro attraverso una rete che non necessita di infrastrutture e che ha un range abbastanza ampio: per cui i bambini che hanno questi computer e non sono troppo lontani fisicamente (qualche centinaio di metri) possono chattere tra di loro senza passare per il web. Non male se si pensa ad un utilizzo a scuola dove le reti wireless potrebbero essere un problema (immaginiamo 300 bambini connessi in contemporanea alla stessa rete... ) e dove magari si vogliono fare attività collaborative senza dover necessariamente passare da internet.
Di certo quello che manca ancora è un'idea concreta di progetti per l'ingresso massivo nelle scuole e la necessità - a mio avviso - di implementare alcune funzioni affinché i competitors restino tali e il progetto possa decollare, a meno che non riceva un aiuto importante da parte degli enti pubblici.
Pensiero della giornata: mentre vedevo tante belle fotografie di classi in varie parti del mondo meno fortunate (asia, africa...) in cui tutti i bambini avevano un pc sul proprio banco, ho pensato chissà mai se una rivoluzione del genere (con questo o altro analogo) avverrà anche da noi un giorno o i nostri bambini continueranno a crescere pensando che il computer serve solo per chattare e per giocare ai Sims...
qui il sito del progetto
qui il sito italiano
qui dove ordinare
ps. tutto ciò sopra scritto non toglie che questo oggetto non sia di interesse per un adulto... tutt'altro... e, infatti, io il mio l'ho già ordinato...
mercoledì 5 marzo 2008
portatili a portata di mano
A proposito di spesa: il costo, tra le cose più interessanti è di 300 euro. Anche se è battuto, in questo, da Elonex, il nuovo miniportatile presentato la settimana scorsa a Birmingham all'Education Show, che costa solo 99 sterline (ca 130 euro - wow).
Cose interessanti e riflessioni:
- costano poco: portatili per tutti?
- hanno come sistema operativo linux (questo permette un costo basso: non perché linux sia "gratis", ma, per chi non lo sapesse, perché permette prestazioni maggiori anche su macchine che hanno minori requisiti tecnici) - un linux adattato, ovviamente, per ottimizzare l'uso del piccolo schermo (7 pollici per entrambi, per ora; eepc arriverà presto con la versione da 9 pollici)
- non hanno il lettore CD! (che i CD stiano per diventare cose per antiquari? o forse lo sono già...)
- non hanno l'hard disk, ma una flashcard: maggiore trasportabilità, ma minor spazio (che l'era dei dati sul pc sia tramontata? tutto online!)
- sono piccoli piccoli e leggeri (1kg ca), stanno comodamente in borsetta...
mercoledì 20 febbraio 2008
mai più senza: stumble card
Comunque era tempo che volevo fare una review approfondita di questo strumento, ma qualcuno ha fatto anche di meglio qui.
giovedì 14 febbraio 2008
sabato 9 febbraio 2008
simulazioni underground
Non è male l'idea di usare il web per simulare attività di vita quotidiana, permettendoci di viverla da un'altra parte, quella che non conosciamo.
giovedì 7 febbraio 2008
www.anfibi.org
martedì 5 febbraio 2008
addittictivi per tutti
Torniamo a noi. E via un'altra volta da capo con Firefox. E qual è il problema? ci van cinque minuti a scaricare e installare Firefox. Bravo tu: e tutte le mia estensioni preferite? (e relative password-che-chissà-quale-era-perché-non-mi-decido-ad-usarne-una-sola-fff) Eppoi eppoi, perché già che vai sul sito, non dai un'occhiatina alle novità-che-sarà-quasi-un-mese-che-non-lo-fai? (meno male che non son tante)
Comunque ne vale sempre la pena.
Intanto per scoprire che in testa ai più "popolari" c'è Forecastfox - chi può rinunciare alle previsioni del tempo? Io no di certo. Scarica-setto (SS). Piccolo controllino ai feed reader (ogni tanto son presa dalla voglia di cambiare), ma Wizz Reader (per me impareggiabile) resta quello che mi convince di più (SS e Scarico la lista dal Server , ovvero SSSS- ma non leggo, troppo pericoloso). A seguire, alcuni gadget di cui ormai non si può più far senza: del.iciu.s (SSSS), stumble upon (SSSS - ma neanche un clic finché non finisco - continua ad essere devastante e. nel contempo, spesso l'unica salvezza dall'alienazione da video, se dal video non ti puoi staccare), toolbar con dizionari e traduzioni varie (Word reference-irrinunciabile), Clipmarks per prendere "appunti" dal web ed evitare di salvare link di pagine di cui ti interessa solo una foto in basso a destra (SSSS ovviamente), Zotero (SSSS.... - perché non ci si può accontentare di salvare i propri link con soli tre sistemi... e poi zotero è irrinunciabile), linkedin toolbar, digg.it, last.fm (senza musica non si può stare), facebook, magnolia, fleck (per lasciare post it sulle pagine web) (tutti con SSSS al seguito che per decenza ho smesso di citare).
Preoccupante. Mi è venuto in mente il cliché della ragazza che prepara le valigie per tre giorni di vacanze, portandosi dietro dieci paia di scarpe perché a quelle proprio non si può rinunciare (cosa che peraltro ho constatato sperimentalmente essere vera:usando la valigia quasi più della borsetta, con il passare degli anni ho fatto in modo che la valigia diventasse sempre più vicina ad una borsetta, ma ora come all'inizio, mai che avessi con me il paio di scarpe giuste - solo le vere professioniste ci possono azzeccare su questo fronte...oppure le prendi tutte, che non saranno mai abbastanza, ma almeno non avrai il rimorso di aver lasciato "proprio quelle che ti servivano" a casa).
ad ogni modo, a parte le cose di routine, qualche nuova segnalazione (nuova per me si intende, che non le avevo ancora usate): Cooliris preview (passi sul link e ti fa vedere la preview).
Non provato ma mi sembra interessante: myaboo (link sharing), Snaps shot for firefox, NowPublic-highlight (che non ho capito cos'è ma mi suona interessante), Reminder-fox per ricordarsi date-compleanni-appuntamenti senza usare agende apposite), Picture this (per trasformare in immagini qualsiasi cosa ci interessi su web, da una singola parola a foto più testo),
Ci sto pensando: shareaholic (per avere in un tasto solo tutti i widget dei siti di condivisione più sati), linkchecker (per controllare la validità dei link in una pagina).
...spero che passi almeno un mese prima della prossima volta...
lunedì 28 gennaio 2008
Ognuno ha le reliquie che si merita.
Peccato che in Italia l'arte contemporanea sia assolutamente sconosciuta, non apprezzata e non sostenuta. e dire che gli artisti non mancano. e dire che poche cose ci appartengano come l'arte contemporanea.
pazienza, accontentiamoci di questi eventi fieristici, che seppur nella loro veste commerciale, permettono ogni tanto una sana indigestione di arte, che talvolta non è male nemmeno gironzolare tra le opere d'arte, senza il condizionamento di un percorso d'arte suggerito nelle mostre (senza nulla togliere a queste, ovviamente!)
ps. ovviamente non mancavano i Baobab... bastava cercarli il giusto, quattro, uno per ogni stagione (!!! - ovviamente una provocazione)
sabato 26 gennaio 2008
a chi interessa la paleografia???
Davvero un bell'esempio di mostra online (almeno a mio parere), non il solito catalogo che non ti lascia nulla e nemmeno un assemblato di foto malfatte dal quale al massimo si può intuire quanto si possono divertire i visitare, cosa estremamente frequente. E' quasi un corso in elearning sulla materia, senza perdere il fascino e l'interesse di una mostra.
Tutto il sito che ospita la mostra è in realtà degno di nota: si tratta dell'archivio nazionale inglese, composto da oltre 10000 documenti che appartengono alla storia del paese, tutti liberamente consultabili e facilmente accessibiil grazie ad un rapido ed efficace motore di ricerca. Dimenticavo, ci sono capitata ora, ma la mostra risale addirittura al 2006. Aggiungo inoltre che dietro non ci sono tecnologie multimediali mostruose, ma cose normali per il web - anche per quello del 2006 - a cui sono state applicate buon senso, buone idee, creatività e comprensione di quel che può interessare alla gente.
eeeh... (mi fermo qui, non voglio lanciarmi in facili paragoni e sterili polemiche)
ps. nello stesso sito c'è anche un più "futile" e divertente approfondimento su "segreti e spie", dove si può giocare un pò con i codici criptati...
giovedì 24 gennaio 2008
indicizziamo il genoma
chissà se arriveranno prima loro ad indicizzare il genoma oppure i consorzi di ricerca "propriamente detti". staremo a vedere, il gioco si fa interessante, forse anche un pelino pericoloso, oppure sarà solo l'ennesimo grande circo. Chi lo sà? si aprano le danze!!!
lunedì 14 gennaio 2008
anche il grande fratello può non essere male...
mercoledì 9 gennaio 2008
a.a.a. offresi pagina bianca per scrivere

martedì 8 gennaio 2008
azzurri di un azzuro di stoviglia
La signorina Felicita ovvero la Felicità
10 luglio: Santa Felicita.
I.
Signorina Felicita, a quest'ora
scende la sera nel giardino antico
della tua casa. Nel mio cuore amico
scende il ricordo. E ti rivedo ancora,
e Ivrea rivedo e la cerulea Dora
e quel dolce paese che non dico.
Signorina Felicita, è il tuo giorno!
A quest'ora che fai? Tosti il caffè:
e il buon aroma si diffonde intorno?
O cuci i lini e canti e pensi a me,
all'avvocato che non fa ritorno?
E l'avvocato è qui: che pensa a te.
Pensa i bei giorni d'un autunno addietro,
Vill'Amarena a sommo dell'ascesa
coi suoi ciliegi e con la sua Marchesa
dannata, e l'orto dal profumo tetro
di busso e i cocci innumeri di vetro
sulla cinta vetusta, alla difesa...
Vill'Amarena! Dolce la tua casa
in quella grande pace settembrina!
La tua casa che veste una cortina
di granoturco fino alla cimasa:
come una dama secentista, invasa
dal Tempo, che vestì da contadina.
Bell'edificio triste inabitato!
Grate panciute, logore, contorte!
Silenzio! Fuga dalle stanze morte!
Odore d'ombra! Odore di passato!
Odore d'abbandono desolato!
Fiabe defunte delle sovrapporte!
Ercole furibondo ed il Centauro,
le gesta dell'eroe navigatore,
Fetonte e il Po, lo sventurato amore
d'Arianna, Minosse, il Minotauro,
Dafne rincorsa, trasmutata in lauro
tra le braccia del Nume ghermitore...
Penso l'arredo - che malinconia! -
penso l'arredo squallido e severo,
antico e nuovo: la pirografia
sui divani corinzi dell'Impero,
la cartolina della Bella Otero
alle specchiere... Che malinconia!
Antica suppellettile forbita!
Armadi immensi pieni di lenzuola
che tu rammendi pazïente... Avita
semplicità che l'anima consola,
semplicità dove tu vivi sola
con tuo padre la tua semplice vita!
II.
Quel tuo buon padre - in fama d'usuraio -
quasi bifolco, m'accoglieva senza
inquietarsi della mia frequenza,
mi parlava dell'uve e del massaio,
mi confidava certo antico guaio
notarile, con somma deferenza.
"Senta, avvocato..." E mi traeva inqueto
nel salone, talvolta, con un atto
che leggeva lentissimo, in segreto.
Io l'ascoltavo docile, distratto
da quell'odor d'inchiostro putrefatto,
da quel disegno strano del tappeto,
da quel salone buio e troppo vasto...
"...la Marchesa fuggì... Le spese cieche..."
da quel parato a ghirlandette, a greche...
"dell'ottocento e dieci, ma il catasto..."
da quel tic-tac dell'orologio guasto...
"...l'ipotecario è morto, e l'ipoteche..."
Capiva poi che non capivo niente
e sbigottiva: "Ma l'ipotecario
è morto, è morto!!...". - "E se l'ipotecario
è morto, allora..." Fortunatamente
tu comparivi tutta sorridente:
"Ecco il nostro malato immaginario!".
III.
Sei quasi brutta, priva di lusinga
nelle tue vesti quasi campagnole,
ma la tua faccia buona e casalinga,
ma i bei capelli di color di sole,
attorti in minutissime trecciuole,
ti fanno un tipo di beltà fiamminga...
E rivedo la tua bocca vermiglia
così larga nel ridere e nel bere,
e il volto quadro, senza sopracciglia,
tutto sparso d'efelidi leggiere
e gli occhi fermi, l'iridi sincere
azzurre d'un azzurro di stoviglia...
Tu m'hai amato. Nei begli occhi fermi
rideva una blandizie femminina.
Tu civettavi con sottili schermi,
tu volevi piacermi, Signorina:
e più d'ogni conquista cittadina
mi lusingò quel tuo voler piacermi!
Ogni giorno salivo alla tua volta
pel soleggiato ripido sentiero.
Il farmacista non pensò davvero
un'amicizia così bene accolta,
quando ti presentò la prima volta
l'ignoto villeggiante forestiero.
Talora - già la mensa era imbandita -
mi trattenevi a cena. Era una cena
d'altri tempi, col gatto e la falena
e la stoviglia semplice e fiorita
e il commento dei cibi e Maddalena
decrepita, e la siesta e la partita...
Per la partita, verso ventun'ore
giungeva tutto l'inclito collegio
politico locale: il molto Regio
Notaio, il signor Sindaco, il Dottore;
ma - poiché trasognato giocatore -
quei signori m'avevano in dispregio...
M'era più dolce starmene in cucina
tra le stoviglie a vividi colori:
tu tacevi, tacevo, Signorina:
godevo quel silenzio e quegli odori
tanto tanto per me consolatori,
di basilico d'aglio di cedrina...
Maddalena con sordo brontolio
disponeva gli arredi ben detersi,
rigovernava lentamente ed io,
già smarrito nei sogni più diversi,
accordavo le sillabe dei versi
sul ritmo eguale dell'acciottolio.
Sotto l'immensa cappa del camino
(in me rivive l'anima d'un cuoco
forse...) godevo il sibilo del fuoco;
la canzone d'un grillo canterino
mi diceva parole, a poco a poco,
e vedevo Pinocchio e il mio destino...
Vedevo questa vita che m'avanza:
chiudevo gli occhi nei presagi grevi;
aprivo gli occhi: tu mi sorridevi,
ed ecco rifioriva la speranza!
Giungevano le risa, i motti brevi
dei giocatori, da quell'altra stanza.
IV.
Bellezza riposata dei solai
dove il rifiuto secolare dorme!
In quella tomba, tra le vane forme
di ciò ch'è stato e non sarà più mai,
bianca bella così che sussultai,
la Dama apparve nella tela enorme:
"È quella che lasciò, per infortuni,
la casa al nonno di mio nonno... E noi
la confinammo nel solaio, poi
che porta pena... L'han veduta alcuni
lasciare il quadro; in certi noviluni
s'ode il suo passo lungo i corridoi...".
Il nostro passo diffondeva l'eco
tra quei rottami del passato vano,
e la Marchesa dal profilo greco,
altocinta, l'un piede ignudo in mano,
si riposava all'ombra d'uno speco
arcade, sotto un bel cielo pagano.
Intorno a quella che rideva illusa
nel ricco peplo, e che morì di fame,
v'era una stirpe logora e confusa:
topaie, materassi, vasellame,
lucerne, ceste, mobili: ciarpame
reietto, così caro alla mia Musa!
Tra i materassi logori e le ceste
v'erano stampe di persone egregie;
incoronato dalle frondi regie
v'era Torquato nei giardini d'Este.
"Avvocato, perché su quelle teste
buffe si vede un ramo di ciliege?"
Io risi, tanto che fermammo il passo,
e ridendo pensai questo pensiero:
Oimè! La Gloria! un corridoio basso,
tre ceste, un canterano dell'Impero,
la brutta effigie incorniciata in nero
e sotto il nome di Torquato Tasso!
Allora, quasi a voce che richiama,
esplorai la pianura autunnale
dall'abbaino secentista, ovale,
a telaietti fitti, ove la trama
del vetro deformava il panorama
come un antico smalto innaturale.
Non vero (e bello) come in uno smalto
a zone quadre, apparve il Canavese:
Ivrea turrita, i colli di Montalto,
la Serra dritta, gli alberi, le chiese;
e il mio sogno di pace si protese
da quel rifugio luminoso ed alto.
Ecco - pensavo - questa è l'Amarena,
ma laggiù, oltre i colli dilettosi,
c'è il Mondo: quella cosa tutta piena
di lotte e di commerci turbinosi,
la cosa tutta piena di quei "cosi
con due gambe" che fanno tanta pena...
L'Eguagliatrice numera le fosse,
ma quelli vanno, spinti da chimere
vane, divisi e suddivisi a schiere
opposte, intesi all'odio e alle percosse:
così come ci son formiche rosse,
così come ci son formiche nere...
Schierati al sole o all'ombra della Croce,
tutti travolge il turbine dell'oro;
o Musa - oimè! - che può giovare loro
il ritmo della mia piccola voce?
Meglio fuggire dalla guerra atroce
del piacere, dell'oro, dell'alloro...
L'alloro... Oh! Bimbo semplice che fui,
dal cuore in mano e dalla fronte alta!
Oggi l'alloro è premio di colui
che tra clangor di buccine s'esalta,
che sale cerretano alla ribalta
per far di sé favoleggiar altrui...
"Avvocato, non parla: che cos'ha?"
"Oh! Signorina! Penso ai casi miei,
a piccole miserie, alla città...
Sarebbe dolce restar qui, con Lei!..."
"Qui, nel solaio?..." - "Per l'eternità!"
"Per sempre? Accetterebbe?..." - "Accetterei!"
Tacqui. Scorgevo un atropo soletto
e prigioniero. Stavasi in riposo
alla parete: il segno spaventoso
chiuso tra l'ali ripiegate a tetto.
Come lo vellicai sul corsaletto
si librò con un ronzo lamentoso.
"Che ronzo triste!" - "È la Marchesa in pianto...
La Dannata sarà che porta pena..."
Nulla s'udiva che la sfinge in pena
e dalle vigne, ad ora ad ora, un canto:
O mio carino tu mi piaci tanto,
siccome piace al mar una sirena...
Un richiamo s'alzò, querulo e rôco:
"È Maddalena inqueta che si tardi:
scendiamo; è l'ora della cena!". - "Guardi,
guardi il tramonto, là... Com'è di fuoco!...
Restiamo ancora un poco!" - "Andiamo, è tardi!"
"Signorina, restiamo ancora un poco!..."
Le fronti al vetro, chini sulla piana,
seguimmo i neri pippistrelli, a frotte;
giunse col vento un ritmo di campana,
disparve il sole fra le nubi rotte;
a poco a poco s'annunciò la notte
sulla serenità canavesana...
"Una stella!..." - "Tre stelle!..." - "Quattro stelle!..."
"Cinque stelle!" - "Non sembra di sognare?..."
Ma ti levasti su quasi ribelle
alla perplessità crepuscolare:
"Scendiamo! È tardi: possono pensare
che noi si faccia cose poco belle..."
V.
Ozi beati a mezzo la giornata,
nel parco dei marchesi, ove la traccia
restava appena dell'età passata!
Le Stagioni camuse e senza braccia,
fra mucchi di letame e di vinaccia,
dominavano i porri e l'insalata.
L'insalata, i legumi produttivi
deridevano il busso delle aiole;
volavano le pieridi nel sole
e le cetonie e i bombi fuggitivi...
Io ti parlavo, piano, e tu cucivi
innebriata dalle mie parole.
"Tutto mi spiace che mi piacque innanzi!
Ah! Rimanere qui, sempre, al suo fianco,
terminare la vita che m'avanzi
tra questo verde e questo lino bianco!
Se Lei sapesse come sono stanco
delle donne rifatte sui romanzi!
Vennero donne con proteso il cuore:
ognuna dileguò, senza vestigio.
Lei sola, forse, il freddo sognatore
educherebbe al tenero prodigio:
mai non comparve sul mio cielo grigio
quell'aurora che dicono: l'Amore..."
Tu mi fissavi... Nei begli occhi fissi
leggevo uno sgomento indefinito;
le mani ti cercai, sopra il cucito,
e te le strinsi lungamente, e dissi:
"Mia cara Signorina, se guarissi
ancora, mi vorrebbe per marito?".
"Perché mi fa tali discorsi vani?
Sposare, Lei, me brutta e poveretta!..."
E ti piegasti sulla tua panchetta
facendo al viso coppa delle mani,
simulando singhiozzi acuti e strani
per celia, come fa la scolaretta.
Ma, nel chinarmi su di te, m'accorsi
che sussultavi come chi singhiozza
veramente, né sa più ricomporsi:
mi parve udire la tua voce mozza
da gli ultimi singulti nella strozza:
"Non mi ten...ga mai più... tali dis...corsi!"
"Piange?" E tentai di sollevarti il viso
inutilmente. Poi, colto un fuscello,
ti vellicai l'orecchio, il collo snello...
Già tutta luminosa nel sorriso
ti sollevasti vinta d'improvviso,
trillando un trillo gaio di fringuello.
Donna: mistero senza fine bello!
VI.
Tu m'hai amato. Nei begli occhi fermi
luceva una blandizie femminina;
tu civettavi con sottili schermi,
tu volevi piacermi, Signorina;
e più d'ogni conquista cittadina
mi lusingò quel tuo voler piacermi!
Unire la mia sorte alla tua sorte
per sempre, nella casa centenaria!
Ah! Con te, forse, piccola consorte
vivace, trasparente come l'aria,
rinnegherei la fede letteraria
che fa la vita simile alla morte...
Oh! questa vita sterile, di sogno!
Meglio la vita ruvida concreta
del buon mercante inteso alla moneta,
meglio andare sferzati dal bisogno,
ma vivere di vita! Io mi vergogno,
sì, mi vergogno d'essere un poeta!
Tu non fai versi. Tagli le camicie
per tuo padre. Hai fatta la seconda
classe, t'han detto che la Terra è tonda,
ma tu non credi... E non mediti Nietzsche...
Mi piaci. Mi faresti più felice
d'un'intellettuale gemebonda...
Tu ignori questo male che s'apprende
in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti,
tutta beata nelle tue faccende.
Mi piace. Penso che leggendo questi
miei versi tuoi, non mi comprenderesti,
ed a me piace chi non mi comprende.
Ed io non voglio più essere io!
Non più l'esteta gelido, il sofista,
ma vivere nel tuo borgo natio,
ma vivere alla piccola conquista
mercanteggiando placido, in oblio
come tuo padre, come il farmacista...
Ed io non voglio più essere io!
VII.
Il farmacista nella farmacia
m'elogiava un farmaco sagace:
"Vedrà che dorme le sue notti in pace:
un sonnifero d'oro, in fede mia!"
Narrava, intanto, certa gelosia
con non so che loquacità mordace.
"Ma c'è il notaio pazzo di quell'oca!
Ah! quel notaio, creda: un capo ameno!
La Signorina è brutta, senza seno,
volgaruccia, Lei sa, come una cuoca...
E la dote... la dote è poca, poca:
diecimila, chi sa, forse nemmeno..."
"Ma dunque?" - "C'è il notaio furibondo
con Lei, con me che volli presentarla
a Lei; non mi saluta, non mi parla..."
"È geloso?" - "Geloso! Un finimondo!..."
"Pettegolezzi!..." - "Ma non Le nascondo
che temo, temo qualche brutta ciarla..."
"Non tema! Parto." - "Parte? E va lontana?"
"Molto lontano... Vede, cade a mezzo
ogni motivo di pettegolezzo..."
"Davvero parte? Quando?" - "In settimana..."
Ed uscii dall'odor d'ipecacuana
nel plenilunio settembrino, al rezzo.
Andai vagando nel silenzio amico,
triste perduto come un mendicante.
Mezzanotte scoccò, lenta, rombante
su quel dolce paese che non dico.
La Luna sopra il campanile antico
pareva "un punto sopra un I gigante".
In molti mesti e pochi sogni lieti,
solo pellegrinai col mio rimpianto
fra le siepi, le vigne, i castagneti
quasi d'argento fatti nell'incanto;
e al cancello sostai del camposanto
come s'usa nei libri dei poeti.
Voi che posate già sull'altra riva,
immuni dalla gioia, dallo strazio,
parlate, o morti, al pellegrino sazio!
Giova guarire? Giova che si viva?
O meglio giova l'Ospite furtiva
che ci affranca dal Tempo e dallo Spazio?
A lungo meditai, senza ritrarre
la tempia dalle sbarre. Quasi a scherno
s'udiva il grido delle strigi alterno...
La Luna, prigioniera fra le sbarre,
imitava con sue luci bizzarre
gli amanti che si baciano in eterno.
Bacio lunare, fra le nubi chiare
come di moda settant'anni fa!
Ecco la Morte e la Felicità!
L'una m'incalza quando l'altra appare;
quella m'esilia in terra d'oltremare,
questa promette il bene che sarà...
VIII.
Nel mestissimo giorno degli addii
mi piacque rivedere la tua villa.
La morte dell'estate era tranquilla
in quel mattino chiaro che salii
tra i vigneti già spogli, tra i pendii
già trapunti da bei colchici lilla.
Forse vedendo il bel fiore malvagio
che i fiori uccide e semina le brume,
le rondini addestravano le piume
al primo volo, timido, randagio;
e a me randagio parve buon presagio
accompagnarmi loro nel costume.
"Vïaggio con le rondini stamane..."
"Dove andrà?" - "Dove andrò? Non so... Vïaggio,
vïaggio per fuggire altro vïaggio...
Oltre Marocco, ad isolette strane,
ricche in essenze, in datteri, in banane,
perdute nell'Atlantico selvaggio...
Signorina, s'io torni d'oltremare,
non sarà d'altri già? Sono sicuro
di ritrovarla ancora? Questo puro
amore nostro salirà l'altare?"
E vidi la tua bocca sillabare
a poco a poco le sillabe: giuro.
Giurasti e disegnasti una ghirlanda
sul muro, di viole e di saette,
coi nomi e con la data memoranda:
trenta settembre novecentosette...
Io non sorrisi. L'animo godette
quel romantico gesto d'educanda.
Le rondini garrivano assordanti,
garrivano garrivano parole
d'addio, guizzando ratte come spole,
incitando le piccole migranti...
Tu seguivi gli stormi lontananti
ad uno ad uno per le vie del sole...
"Un altro stormo s'alza!..." - "Ecco s'avvia!"
"Sono partite..." - "E non le salutò!..."
"Lei devo salutare, quelle no:
quelle terranno la mia stessa via:
in un palmeto della Barberia
tra pochi giorni le ritroverò..."
Giunse il distacco, amaro senza fine,
e fu il distacco d'altri tempi, quando
le amate in bande lisce e in crinoline,
protese da un giardino venerando,
singhiozzavano forte, salutando
diligenze che andavano al confine...
M'apparisti così come in un cantico
del Prati, lacrimante l'abbandono
per l'isole perdute nell'Atlantico;
ed io fui l'uomo d'altri tempi, un buono
sentimentale giovine romantico...
Quello che fingo d'essere e non sono!
otto giorni nel duemilaotto
“L’ascolto consiste nel fare emergere, nel rendere visibile o udibile, la miriade di idee, argomenti, fatti, valutazioni, invenzioni, relazioni che tessono il sociale, il complesso del sociale, nella sua profondità più oscura: progetti singole competenze, forme originali di relazione o di contrattazione, sperimentazioni, organizzioni. All’interno di una situazione di mobilità, le lingue ufficiali e gli schemi fissi portano solo alla confusione, all’occultamento e al disorientamento. Aumentare l’autotrasparenza del sociale (e non la trasparenza dell’individuo rispetto al potere) presuppone che si autorizzino i singoli che lo costituiscono a esprimersi nel proprio linguaggio, a inventarsi le proprie autodescrizioni e quelle dei loro progetti, senza imporre loro un codice a priori”.Con un'appendice piuttosto intensa: "L’intelligenza collettiva non ha nemici. Essa non combatte i poteri, li diserta."Infine una curiosità, il libro di Levy, Intelligenza Collettiva, termina con un leggerissimo Go West..
giovedì 20 dicembre 2007
Spazio libri: Hey nostradamus
Così come in jPod, dove, a parte il finale che in effetti è eternamente lungo, anche se ha il suo perché e le note autobiografiche che sono "troppo", l'ironia pungente e l'originalità, con tutti i colpi di scena di sicuro non annoia, anzi (a dirla tutta mi è piaciuto molto). Si tratta però di un romanzo molto diverso, anche se il tema è sempre l'uomo nel mondo contemporaneo. Da visitare anche il sito di jpod, che rispecchia perfettamente il romanzo. Da leggere assolutamente in inglese.
In generale, pensandoci bene, un minigiro sul sito di Douglas Coupland vale la pena di farlo.
venerdì 14 dicembre 2007
slang della risata su web
Cercando nella rete si trovano in realtà tante diverse spiegazioni, usato in Dungeons&Dragons come contrazione di "wow, lot!" (quando si trova un tesoro), parallelamente è coniato anche nel mondo degli hacker per indicare l'accesso come amministratore ad un computer. Almeno, questo è quello che si legge nell'Urban Dictionary a detta della sua community. Attenzione, che esistono due versioni: con le "o" e con gli zeri - quello "eletto" è con gli zeri, perché oltre ad essere il simbolo del travaso linguistico - o invasione - dal web, è anche emblematico per l'uso dei numeri al posto dei caratteri. Non che ci sia poi così tanto di nuovo, per esempio, ho ascoltato per anni la musica degli U2 (you too?), se non fosse che ora trovare dei numeri che sostituiscono gruppi di lettere non è più la novità ma la prassi.
A questo punto, il prossimo passo che mi aspetto è che nei dizionari compaiano i numeri come sezione oltre alle consonanti e vocali e, in seguito, tra il lessico dell'anno, compaia un'emoticons. Sono curiosa però di capire quale criterio si potrà usare per catalogarle, senza ridursi ad una sterile tabella in ordine sparso. Chissà, dopo i numeri la punteggiatura... O forse, l'unica soluzione saranno i tag. O, forse, niente di tutto ciò, perché sarà così mutevole e selezionato l'uso che non ci sarà bisogno di codificarlo.
Tornando a w00t, su wikipedia altre interessanti spiegazioni dell'origine.
Comunque, è interessante notare come lo slang della rete abbia prodotto un discreto numero di nuove parole per indicare felicità, allegria, sorpresa piacevole (ehm, non tutti esattamente da "signorine": lol, rofl, lawl, heh, haha, lolol, 120, lmao, lmfao,.
lunedì 10 dicembre 2007
google vs yahooo
L'immagine parla da sè, yahooo ha progressivamente aumentato il numero di parole e oggetti nella sua homepage, google invece ha una homepage sempre più snella da cui si accede ai servizi. Google è IL motore di ricerca con annessi siti di servizi, che girano comunque intorno al motore di ricerca, yahoo è un aggregato di informazioni e servizi di community.
entrambi hanno fatto fortuna.
domenica 9 dicembre 2007
Le prodezze di Jonathan Livingston

Gabbiano newyorkese, foto ripescata da quelle fatte a NewYork recentemente, nell'atto che ben esplica, a mio avviso, il senso di accompagnare i turisti su e giù con il traghetto, tra Manatthan e la Statua della Libertà. Diciamo, pensieri spontanei, come si dice, "di stomaco"...
Avrà più mira il turista o più prodezza il gabbiano?
Altro che romantico tramonto con i gabbiani all'orizzonte, stagliati contro il sole che si scioglie nel mare.
Di sicuro, non si può dire che il gabbiano non apprezzi il turismo... E così, anche i gabbiani, a New York investono energia e tempo nel turismo. Evidentemente rende.
venerdì 7 dicembre 2007
Il web2.0 è utile.
Guarda cosa permette di fare...
Ma ce ne sono altri, tipo come i simpatici siti con i videotutorial che ora stanno impazzando, da come si ripara una gomma, a come si usa il computer a... come si ricarica l'ipod con una cipolla e una bibita...
Alcuni link interessanti:
TrickLife, Expert Village, Instructables, Videojug, Sclipo, Squidoo, householdhacker, 5min, SuTree
lunedì 3 dicembre 2007
dal grande al piccolo
Il rientro in Italia non è stato poi così male, con il panorama delle colline appena fuori Forlì, al risveglio. Nel loro piccolo, non scherzano.
In realtà non ero lì per le colline, ma per sentire e rivedere finalmente alcuni amici, grazie al convegno di comunicazione nella scienza organizzato come ogni anno dalla SISSA di Trieste. Sul convegno non posso dire granché, perché sono arrivata troppo tardi, visto che ero impegnata a guardare l'Asia dall'Europa, anche se il programma lascia ben sperare di aver perso cose interessanti.
Indubbiamente ho rivisto molte persone, il che di suo, è sempre la cosa migliore in ogni convegno degno di questo nome.
i colori di Istanbul

Quest'estate ho letto "Il mio nome è Rosso", di Palanuk, un romanzo squisito per le sue atmosfere, il suo ritmo, la malinconia e il profondo significato dietro ogni gesto, dietro ogni parola.
Avevo visto anche qualche film turco, di registi locali, ma non ero mica pronta a respirare tutti i colori di Istanbul, che sono come nel libro, il rosso, il dorato, il nero, ma poi ci sono il blu (tanto blu, il blu delle mattonelle del palazzo del Sultano, della Moschea, del cielo, del Bosforo, del Corno D'oro e dei riflessi nelle pozzanghere dopo la pioggia), il giallo (anche quello dei taxi, anzi "tacsi") e le luci di notte, soprattutto quelle dei ponti. I colori e gli odori delle spezie, il tutto in una simulazione incredibile di calma apparente, che nessuna città di mare che ho visto prima potrebbe vantare. Il mare è lì, dentro la città, eppure lo si attraversa in barca, in volo, a piedi, senza troppa cura. La città sembra ancora più grande e imponente nel mare, con la sua tranquillità e la sua immensa estensione che dal finestrino dell'aereo per quanto ci abbia provato, non sono riuscita a cogliere tutta intera con un solo sguardo.
mercoledì 14 novembre 2007
ah, la City!

di ritorno dalla City, sempre difficile non avere cose da dire (e infatti ne avrei fin troppe), per cui continuo a tacere ancora per oggi perché altrimenti il post sarebbe troppo lungo e a me i post lunghi nei blog annoiano... non vorrei annoiarmi da sola.
Lascio che parlino le immagini, io questa volta l'ho vista anche così.